ISBN: 9791259653017
NUMERO PAGINE: 102
DESCRIZIONE

Sullo sfondo di un mutamento della considerazione del povero, da pauper Christi a possibile perturbatore dell’ordine sociale, agli al­bori del XVI secolo si venne a definire una distinzione di merito tra veri poveri e falsi poveri, sulle cui basi prese avvio una riorganiz­zazione del sistema assistenziale, tradizionalmente demandato alla carità dei privati e all’iniziativa ecclesiastica. La laicizzazione della figura del povero pose, quindi, le autorità governative, per tutta l’età moderna e ancora nel lungo Ottocento, di fronte alla necessità di contrastare politicamente la problematica dell’indigenza, divenuta ormai una “questione sociale”, riconoscendo nell’etica del lavoro uno strumento privilegiato nella lotta contro la mendicità.

Volgendo lo sguardo al Mezzogiorno d’Italia ottocentesco, e in par­ticolare alla Terra d’Otranto e alla città di Taranto, il volume, at­traverso un lungo scavo archivistico, esamina una molteplicità di questioni volte a porre in rilievo non solo la cornice legislativa di riferimento, ma anche il profilo dei bisognosi, il ruolo della classe dirigente di fronte all’inclusione, le pratiche assistenziali messe in atto (dalla distribuzione delle limosine all’internamento nel ricove­ro di mendicità).

In definitiva, la ricerca restituisce la voce a quelle persone che vi­vevano ai margini della società, aggiungendo, così, nuovi elementi di conoscenza alla riflessione storica su mendicanti, vagabondi e poveri.

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